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Analisi finanziaria, adattabilità e gestione dello stress: l’intervista ad Alessandro Babbaro, Mentor M4U e Investment Banking Associate @ Nomura

di Team Editoriale | M4U

Alessandro Babbaro è Associate in Investment Banking presso Nomura Bank a Londra, nel team Consumer, Retail & Leisure. Nato in provincia di Torino, ha studiato per la laurea triennale presso la Università Cattolica di Milano, per la magistrale presso la ESCP Business School tra Torino, Londra e Parigi, paesi in cui ha vissuto, nel periodo universitario, prima di trasferirsi. dopo la laurea a Londra per iniziare il percorso professionale presso Nomura Bank. Appassionato di viaggi, fotografia e tecnologia, affianca al lavoro in finanza, un forte interesse per l’esplorazione e la creatività.

Come il Mentoring può insegnare ai Mentee a sviluppare resilienza emotiva e analitica per prendere decisioni critiche in contesti altamente competitivi come quello finanziario?

Il Mentoring può offrire ai Mentee uno spazio sicuro dove confrontarsi apertamente su eventuali fallimenti, pressioni e scelte difficili. Attraverso il racconto di esperienze reali, la condivisione di strumenti pratici per gestire lo stress e mantenere la lucidità, un Mentor può aiutare il Mentee a sviluppare una maggiore consapevolezza emotiva e capacità analitica. La resilienza nasce anche dall’allenamento nel prendere decisioni sotto incertezza, supportati da una guida che sappia fare da specchio critico, ma costruttivo.


In che modo un Mentor può aiutare i Mentee a bilanciare precisione analitica e flessibilità mentale per affrontare i cambiamenti del mercato globale?

Un buon Mentor può insegnare che l’eccellenza analitica non è sufficiente, se non è accompagnata da un’adeguata apertura mentale. Allenarsi a mettere in discussione i propri modelli interpretativi, imparare a leggere contesti in evoluzione e saper cambiare rotta con rapidità sono competenze cruciali. Attraverso casi concreti e discussioni stimolanti, il Mentor può incoraggiare il Mentee a sviluppare un mindset agile e curioso, pronto ad adattarsi alle trasformazioni del mercato.


Quali strategie utilizzeresti per supportare i Mentee nello sviluppo della capacità di gestire l’incertezza e di lavorare in ambienti ad alta pressione?

Propongo sempre di partire dall’autogestione: imparare a pianificare, a riconoscere i propri limiti e a chiedere supporto quando necessario. Incoraggio i Mentee a lavorare sulla costruzione di una routine solida, che includa momenti di pausa e riflessione, fondamentali per mantenere la lucidità nei momenti complessi. Infine, stimolo a esporsi gradualmente a contesti sfidanti, imparando a vedere l’incertezza non come un ostacolo, ma come un’opportunità per crescere.


Dalla tua esperienza con progetti complessi e internazionali, quali lezioni trasmetti ai Mentee per aiutarli a costruire resilienza professionale nel lungo termine?

Una lezione importante consiste nel capire che ogni errore, se affrontato con spirito costruttivo, è un’opportunità di apprendimento e di crescita personale. Lavorare su progetti internazionali mi ha insegnato l’importanza di saper comunicare con team diversi e la capacità di adattarsi a culture organizzative eterogenee. Trasmetto ai Mentee l’importanza della perseveranza, dell’umiltà nell’ascoltare e della capacità di reinventarsi quando necessario, mantenendo sempre un focus verso gli obiettivi di lungo periodo.


Come un Mentor può aiutare i Mentee a trasformare le difficoltà economiche o tecnologiche in vantaggi competitivi e soluzioni innovative?

Attraverso il confronto strategico, un Mentor può aiutare i Mentee a cambiare prospettiva e riuscire a vedere i momenti di crisi come terreno fertile per l’innovazione. Che si tratti di tecnologia, modelli di business o percorsi personali, la chiave è allenare la capacità di osservazione critica e stimolare la creatività. L’innovazione spesso nasce da limiti stringenti: il ruolo del Mentor è supportare il Mentee nel coltivare una mentalità imprenditoriale e orientata alla soluzione.


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